Due chiacchiere con Mr.de Boer. A chat with Mr. de Boer
Posted on 05. Nov, 2009 by Andrea Cinquina in Interview, Italy
I trackers incontrano Yvo de Boer
Altra giornata intensa oggi a Barcellona durante la conferenza sui cambiamenti climatici dell’UNFCCC, nonostante il fatto che in questi ultimi giorni sia difficile seguire le trattative.
Perché? Prendiamo la giornata odierna: abbiamo avuto una sola riunione aperta, quella dell’AWG-KP tra le 11:30 e le 13:00. Per il resto ci sono stati solamente closed meeting, ovvero riunioni a porte chiuse.
Ovviamente ci sono i due lati della medaglia, da una parte c’è il fatto che per noi è più difficile aggiornarvi su quanto accade, dall’altra il fatto che proprio nelle riunioni a porte chiuse avvengono le trattative vere e proprie, quindi può essere interpretato come un segnale positivo.
Altra notizia positiva è che presto i trackers saranno presenti anche in uno speciale sulla BBC! Infatti oggi le loro telecamere hanno seguito la nostra consueta riunione mattutina, riprendendo anche alcune delle discussioni affrontate nel nostro gruppo sull’aspetto finanziario.
Ieri invece abbiamo avuto il meeting con Yvo de Boer, il segretario esecutivo dell’UNFCCC, ed è stato molto interessante e divertente come al solito. Anche qui a Barcellona abbiamo avuto l’opportunità di avere un incontro personale con lui – dopo quello avuto a Bangkok.
Prima di introdurvi cosa è stato detto nell’inocntro, dovete sapere che il Sig.de Boer parla sempre molto francamente ed in modo molto chiaro.
Yvo de Boer rilascia la sua dichiarazione nella riunione con i trackers.
Dopo aver risposto ad un paio di domande nostre e invitando tutti a non mollare nella ricerca di un accordo, Yvo ha rilasciato una dichiarazione basata su quattro principali punti e incentrata sulla “chiarezza” come qualità necessaria affinché ci sia un accordo a Copenhagen.
Ha ricordato che la conferenza delle parti (COP15) di Copenhagen si avvicina sempre più velocemente e tutti gli occhi del mondo saranno puntati sui negoziatori, perché sono loro che possono trovare una risposta a quello che è uno dei maggiori problemi globali affrontati dall’umanità nella sua storia, puntualizzando come i cambiamenti climatici stanno accelerano e sono già visibili.
Affinché Copenhagen sia un successo, secondo Yvo c’è bisogno che venga fuori un forte accordo politico, chiaro, in modo da rendere facilmente possibile il suo trasferimento su di un testo.
Ha inoltre dichiarato che se c’è un accordo politico forte allora Copenhagen sarà un successo, e questo per lui vuol dire quattro cose;
1) Assoluta chiarezza su quanto i paesi industrializzati ridurranno le emissioni nel 2020.
2) Assoluta chiarezza su cosa le maggiori nazioni in via di sviluppo come Brasile, India, Cina, Messico e Sud Africa, faranno per limitare la crescita delle loro emissioni. Nonostante questi paesi debbano risolvere gravi problemi come la crescita economica e la povertà, devono sempre tenere presente il problema del cambiamento climatico.
3) Affinché questi paesi in via di sviluppo limitino le loro emissioni, avranno bisogno di un supporto finanziario per l’adattamento e la mitigazione.
4) Bisogna creare una nuova struttura di controllo, un nuovo sistema per amministrare le risorse finanziarie che rifletta molto di più la realtà politica del giorno d’oggi; una struttura nella quale i paesi in via di sviluppo siano rappresentanti in un modo molto più forte di quanto lo siano ora.
Mr. Yvo pensa che non possiamo più aspettare e non agire. Copenaghen deve dare chiare, definitive risposte a questi 4 punti appena elencati; Yvo è confidente che questo può avvenire, ma c’è bisogno di uno spirito migliore, di un compromesso: affinché venga firmato un accordo a Copenhagen c’è bisogno che i paesi si muovano dalle loro posizioni oggi troppo stazionarie.
Poi un appello a chi è a casa: “dovete dire ai vostri decision makers (ovvero chi decide per voi) che gli date il vostro appoggio affinché loro prendano una decisione a Copenhagen.”
In fondo i politici fanno quello che i popoli vogliono, no?