Se prima eravamo in due../Not the only one anymore.
Posted on 06. Nov, 2009 by Andrea Cinquina in Italy
Alice e Marinella intervistano Jeremy Osborn, coordinatore europeo di 350.org
Nel mio primo blog di oggi vi parlerò di due ragazze italiane che ho incontrato qui alla conferenza dell’UNFCCC di Barcellona sui cambiamenti climatici.
Alice Favero e Marinella Davide sono qui per conto della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), sezione di Venezia. Loro come me sono qui per seguire i negoziati e riportare quanto accade su di un blog aggiornato quotidianamente (qui il loro link). Anche se seguono questo processo da tanto è la prima volta per loro ad una conferenza dell’UNFCCC.
Pensano che sia molto interessante anche se un pò “chiusa” per gli osservatori; questa mancanza di trasparenza è però bilanciata dal fatto che questo possa essere un buon segnale per l’avanzamento delle trattative.
Danno un interessante prospettiva su quello che per loro rappresentano questi meeting: “Le importanti decisioni vengono prese dai grandi faccia a faccia. Queste conferenze sono però uno strumento essenziale per i paesi meno importanti per influenzare quelle decisioni.”
Marinella fotografa perfettamente la situazione in Italia, sottolineando come gli italiani non sembrano minimamente colpiti da quello che succede qui poichè non vedono (per ora, aggiungo io) le dirette conseguenze dei cambiamenti climatici, non essendo vicino a loro, indi non rappresentano un problema.
Alice invece non crede che agli italiani non interessino questi problemi, ma pensa che semplicemente non sono ambiziosi, non pensano possano fare la differenza. Lei punta tantissimo sugli italiani.
Un modo per renderli partecipi di più in questo processo è l’educazione.
I giovani devono studiare questi argomenti, capire che loro sono la generazione che può fare la differenza (e io qui aggiungo “deve” fare la differenza, poichè le prossime non potranno fare molto..). Bisogna che si studi questo nelle scuole, perchè c’è la necessità che sappiano già da piccoli quale sia la situazione e non devono mai adagiarsi.
Poi una piccola riflessione sulle “manifestazioni”, in Italia viste come strumento legato esclusivamente a determinate parti politiche, invece che essere visto come semplice strumento di espressione delle proprie idee.
Entrambe da Copenhagen si aspettano il massimo, un forte impegno da parte di tutti, stanche di vedere chi prende le decisioni focalizzarsi su politiche di breve periodo invece che puntare sul lungo periodo. Bisogna creare un’ottima struttura per il futuro. Per Alice però è importante darsi degli obiettivi reali, poichè obiettivi troppo ambiziosi non portano a nulla, in quanto non fattibili.
Ringrazio Alice e Marinella per il loro tempo, e spero di incontrarle di nuovo a Copenhagen.