Meglio un uovo oggi o una gallina domani? / Is better an egg today or a chicken tomorrow?
Posted on 09. Dec, 2009 by Andrea Cinquina in E.U., Italy
Domani e dopodomani (10-11 dicembre) saranno giorni importantissimi per capire le intenzioni dell’Unione Europea sul clima qui al COP15. Questo è quello che ci aspettiamo dal Summit dell’UE dei capi di stato, poiché questo è quello che loro hanno detto faranno: finalmente agire.
Su cosa? La loro discussione verterrà inevitabilmente anche su Copenhagen.
Come detto ieri oggi ci concentreremo su uno dei problemi principali, ovvero quello relativo all’aspetto finanziario.
Ci sono due tipi di aiuti, il “first start financing” e il “long term financing”. Il primo consiste in una quantità di denaro messa immediatamente a disposizione per i prossimi tre anni (2010-2011-2012) al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Questi soldi sono stanziati poiché i paesi più colpiti non hanno la possibilità di aspettare l’entrata in vigore di un nuovo protocollo, ma hanno bisogno di fondi ora.
La Commissione Europea ha stimato che la cifra necessaria si debba aggirare intorno ai 5-7 miliardi di euro l’anno, e l’Unione Europea dovrebbe stanziare circa 2 / 2,1 miliardi.
Il problema riguarda soprattutto una cosa che dovrebbe essere resa chiara il prima possibile: stiamo parlando di fondi nuovi e addizionali?
Con questo intendo: sono soldi convogliati da altri fondi o sono espressamente ed in modo trasparente stanziati per l’adattamento climatico? Bisogna specificare questo in modo chiaro.
Riguardo i fondi per il lungo periodo invece la situazione è molto più complessa.
Al momento non c’è praticamente nulla sul tavolo delle trattative su questo argomento.
Il fatto è che sembrerebbe che le intenzioni dell’UE non siano molte buone, e che stiano cercando di attirare l’attenzione lontano da questo problema concentrandosi soprattutto sul “fast start financing”. Come dire, meglio dare l’uovo oggi che la gallina domani.
Tutte e due sono necessarie!
La situazione dell’Italia per ora non è assai chiara, poiché effettivamente non ci siamo esposti molto pubblicamente. Apparentemente l’Italia sembrerebbe più preoccupata dall’avere un limite di riduzione delle emissioni vicino al 30% che dalla questione finanziaria – anche se questo target ormai sembra a molti un qualcosa di scontato, facilmente conseguibile dati i progressi scientifici ed il fatto che rispetto già a due anni e mezzo fa i costi di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica si sono ridotti.
Effettivamente il 30% di riduzioni delle emissioni di oggi non ha la stessa validità e audacia di quello di due anni e mezzo fa; ora i rischi politici nel prendere una decisione sul 30% sono infatti molto minori rispetto al passato – discorso applicabile all’interno dell’Unione Europea.
Domani vi riporterò altre novità da Copenhagen. Se avete curiosità, domande specifiche.. fate pure, faro di tutto per cercare qui in giro le risposte per voi.